Avanti, parla

Avanti, parla

Avanti, parla è il nuovo libro della giornalista e scrittrice Lidia Ravera, edito da Bompiani. Lidia Ravera è una scrittrice di lunga data, che ha raggiunto la notorietà nel 1976 con il libro Porci con le ali, e di lì la strada è stata in discesa. Molti dei suoi titoli sono presenti nel catalogo di Bompiani.


«Scrivere per nessuno è come lanciare la palla contro un muro. Tutto quello che dico mi rimbalza addosso. E lo so, in fondo l’ho sempre saputo, che quando si scrive per dimenticare si finisce per ricordare. Tutto»


Avanti, parla – Trama

Avanti, parla è la storia di Giovanna, una donna sulla sessantina, con una folta chioma di capelli bianchi che abita da vent’anni a Roma, nella casa che affaccia sul fiume. Giovanna vive da sola, è da poco in pensione, dopo un lavoro da operaia, e trascorre le sue giornate quasi esclusivamente nel suo appartamento. Esce per qualche passeggiata, ogni tanto un film. Ma sono soprattutto gli appuntamenti serali con la sua musica preferita e i suoi romanzi che la tengono in vita. Non ha famiglia Giovanna: i suoi genitori sono morti da tempo, e comunque non avrebbero fatto parte della sua vita a causa delle scelte di gioventù che non le hanno mai perdonato; il suo ex marito, l’amore della sua giovinezza, Furio, non lo vede da quando l’ha lasciata per una più giovane; Laura, la sua migliore amica fino all’università, è un ricordo lontano e doloroso.

Eppure Giovanna ha trovato un proprio equilibrio per continuare a vivere. Si è chiusa in un silenzio insistente che dura da vent’anni, in una solitudine che non accenna a scalfirsi. Giovanna si è data la condanna più dura che qualsiasi tribunale potesse darle: una vita vuota. Ma l’ha scelto lei. L’ha scelto quando dopo aver scontato il suo debito con la giustizia, per il suo passato da militante tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, ha deciso che non meritava perdono alcuno: né il suo, ne quello degli altri.

La prigione che sapientemente ha costruito attorno a sé per un ventennio viene scalfita, però, una crepa dopo l’altra, nell’estate del 2019, a partire da un trasloco, ma soprattutto da una bambina di nome Malvina. Nell’appartamento di fronte a quello di Giovanna, infatti, si trasferisce una nuova famiglia: Michele, 37 anni di musicista squattrinato; Maria, poco più giovane del marito, leggera e quasi sempre allegra; Malcom, adolescente combattente ambientalista e, infine, Malvina, tre anni di allegria e tenerezza. Giovanna, suo malgrado, sarà affascinata da questi nuovi vicini, dalle dinamiche della loro famiglia sopra le righe e inizierà, volontariamente, a prendersi cura della piccola di casa, che avrà il potere di restituirla alla vita.

Ma vivere – o tornare a farlo – vuol dire anche accettare il rischio di farsi conoscere, di parlare e farsi ascoltare, ma soprattutto di farsi male e Giovanna non è pronta. Il rischio di Giovanna ha un nome, anzi due: Pietro Saverio, il nonno di Malvina.

Perché leggerlo

Avanti, parla è scritto in prima persona; da subito Giovanna ci dice che è lei che ci sta parlando, mentre scrive sui suoi quaderni ciò che le è successo nei mesi precedenti. Il racconto, quindi, alterna i flussi di pensieri di Giovanna, riportati come interruzioni del racconto principale e segnati graficamente all’interno di parentesi; e flashback dell’oscuro passato di Giovanna. Tra queste due linee si muove la narrazione dei fatti successi a partire dall’agosto del 2019 e che si concludono nei tempi presenti. Per cui, la conclusione del libro cede il passo alla terza persona. La scelta narrativa è davvero interessante e funzionale per il tipo di storia raccontata, che è un continuo andare avanti e indietro nella vita della protagonista, conoscendone non solo i fatti successi, ma anche i pensieri e le intenzioni più recondite. La scrittura, comunque, resta sempre lineare, pulita e attuale; per cui la lettura procede piacevole e il lettore ha la sensazione di essere accompagnato con mano nella storia; non restano buchi nascosti.

Avanti, parla è un romanzo che celebra il ritorno alla vita, mostrando quanto può essere difficile tornare a giocare per chi si è ritirato da tempo. Conferisce a Malvina e a Malcom il ruolo di speranza, di complicità, di amore incondizionato, di intelligenza e di gentilezza che ci auguriamo sempre abbiano le generazioni che vengono dopo la nostra. Giovanna, poi, è una protagonista che si lascia amare per il suo disagio esistenziale; per l’occhio strizzato agli alcolici; per il suo impaccio nello stare con gli adulti e la sua empatia con i più giovani che guarda con occhio benevolo e mai giudicante. Si lascia amare perché è una donna tormentata, che non si dà la pace che merita, proprio perché non crede di meritarla, proprio perché crede che il prezzo che abbia pagato non sia stato sufficiente. Si erge a giudice di se stessa e si condanna sempre, e quindi si punisce, isolandosi e negandosi la possibilità di vivere.

Avanti, parla mi ha portato a riflettere, ancora una volta, su quanto a volte gli errori siano frutti solo di un caso, su quanto a volte si passi facilmente dalla parte del torto. Giovanna è una donna che ha creduto in degli ideali, e ha pagato per questo, perché quegli ideali l’hanno fatta trovare nella parte sbagliata, perché quegli ideali sono diventati fondamentalismi e Giovanna non ha chiesto sconti, non si è giustificata per aver creduto in persone che alla fine hanno ucciso, anche se non è stata lei a premere il grilletto. È per questo che ho empatizzato con lei, un’eroina d’altri tempi che ha provato a cambiare il mondo, sbagliando e pagando per questo. Perché non esiste il bene assoluto e non esiste il male assoluto. E le seconde possibilità fanno bene al cuore.


Titolo: Avanti, parla

Autore: Lidia Ravera

Editore: Bompiani

Anno: 2021

Pagine: 352

Voto: 5/5