Castello di sabbia

Castello di sabbia

Castello di sabbia è la graphic novel dello scrittore e sceneggiatore Pierre Oscar Lévy, illustrata da Frederik Peerters, arrivata in Italia grazie alla Coconino Press e da cui M. Night Shyamalan ha tratto il film, attualmente al cinema, Old.


«Forse domani il castello di sabbia sarà ancora lì… mentre noi saremo scomparsi come insetti effimeri»


Castello di sabbia – Trama

Castello di sabbia racconta di come una vacanza in famiglia si trasformi in un vero e proprio incubo senza scampo. Diversi vacanzieri si incontrano su una spiaggia e assistono al ritrovamento del cadavere di una donna. Immediatamente, uno dei presenti si scaglia contro un uomo di origine cabila, accusandolo ingiustamente e senza prove di essere il responsabile dell’assassinio. Alle due famiglie arrivate in spiaggia e all’uomo algerino, si aggiunge un anziano scrittore con la figlia e il compagno. Ciò a cui i bagnanti assistono sono strani fenomeni: una seconda morte, i cellulari che non prendono, l’impossibilità di andare via dalla spiaggia, la pelle degli adulti che inizia a raggrinzirsi e i bambini che improvvisamente sembrano più grandi, rispetto alla mattina stessa. L’incredulità e lo stupore si trasformano presto in paura e delirio. C’è chi tenta inutilmente di fuggire, chi porta avanti questioni di principio del tutto inutili, chi piange senza sosta, chi elabora teorie fantasiose e chi, invece, si gode il momento della propria piena gioventù. Mentre tutti i personaggi cambiano, invecchiano, muoiono, ciò che sembra restare imperituro è un castello di sabbia, lì sulla riva di una spiaggia che sembra maledetta.

Perché leggerlo

Castello di sabbia è una denuncia sociale al cambiamento climatico, oltre a essere una storia originale e un po’ claustrofobica. L’autore, come ci racconta lui stesso alla fine della graphic novel, vuole rendere esplicita l’urgenza delle catastrofi ambientali e delle cicliche estinzioni di massa della specie, che sembrano lasciarci del tutto indifferenti, presi come siamo dal vivere le nostre vite. La scelta di ambientare il tutto su una spiaggia, che da paradiso terrestre si trasforma in trappola mortale, è legata ai ricordi d’infanzia dell’autore e alla storia personale della sua famiglia.

Castello di sabbia spinge al limite una situazione immaginaria paradossale, mostrandoci, però, quanto invece siano reali e tangibili i problemi ambientali e mondiali che stiamo deliberatamente ignorando. L’opera è stata scritta circa dieci anni fa. Chissà, attualmente, cosa ne pensa Lévy sugli ultimi sviluppi in merito alla questione ambientale.

La view fumettistica di Mirko

Mi auguro che gli spettatori del film Old, attualmente popolarissimo, vengano attratti dall’idea di leggere la graphic novel che lo ha ispirato: Castello di sabbia. Lì dove il film di M. Night Shyamalan inserisce i suoi classici elementi da thriller, shock value di basso livello e cerca di dare sempre una spiegazione di troppo (un autore alla continua e disperata ricerca di un twist narrativo valido), la graphic novel lascia la delicatezza precisa del dialogo invisibile con i lettori, la profondità del non detto e il puntare sulla profondità allegorica di una storia visionaria. In pratica, l’opera di Pierre Oscar Lévy e Frederik Peeters è semplicemente un must-read.

Io, come ognuno di voi, ho passato lunghe fasi della mia vita a preoccuparmi di ciò che sembrava apparentemente fondamentale, perdendo di vista ciò che davvero conta nella vita. Le nostre emozioni, gli input forzati della società e i nostri preconcetti dettano il nostro comportamento in ogni momento, spostando il focus su una serie di futili e superficiali priorità che, con i vari “senni di poi” sembrano puntini minuscoli che non ci hanno mai fatto apprezzare la totalità del disegno. Questo discorso è applicabile a due differenti aspetti della vita umana, entrambi toccati con potenza dalla graphic novel: quello personale e quello legato al mondo. Sotto il punto di vista personale, le occasioni perse a non godere delle nostre vite, per quanto piccole e distanti dalle nostre aspettative, sono infinite e nemmeno è necessario spiegarle. Quante volte abbiamo litigato per ore e quante persone abbiamo perso per concetti molto distanti dall’affetto e dagli abbracci che avremmo voluto dare e ricevere? Sotto il punto di vista del mondo, la questione è altrettanto ovvia, eppure invisibile agli occhi dei più. Il pianeta si surriscalda, respiriamo aria tossica, mangiamo cibi chimici, gli eventi climatici sono un caos continuo e il minaccioso doomsday clock è vicinissimo alla mezzanotte; per non parlare delle orribili disuguaglianze legate a questioni razziali, di preferenze sessuali, identità di genere, degli abusi, dei divari economici e chi più ne ha, più ne metta. Queste questioni, e gli sforzi per prestare attenzione a tutto ciò (anche nel nostro piccolo, minuscolo, invisibile universo personale) dovrebbero essere molto più comuni rispetto a quelli che dedichiamo a insulse questioni. Se si possiede il tempo e l’energia per discutere veementemente su quale cantante di Amici meriti la finale oppure no, mi dispiace, ma forse sarebbe necessario impegnare una parte di quell’energia altrove.

Leggere questo fumetto ha senso solo a metà senza la breve lettera di accompagnamento che ne spiega gli intenti e le motivazioni. Questa sorta di meta-narrazione mi affascina molto, perché Castello di sabbia è praticamente una storia metaforica, visionaria, surreale e, dunque, incompleta sotto il punto di vista delle risposte ai misteri che un lettore vorrebbe sempre ricevere dopo essersi posto un dubbio. Le risposte non arrivano intrinsecamente alla graphic novel, ma vanno cercate nella riflessione personale e nella sensibilità verso ciò che si fa e che ci circonda. Questo è un raro caso di “narrativa oltre la narrativa” che mi ha emozionato davvero molto. Al di fuori di ciò esiste fuori dalla storia, però, è necessario evidenziare che la graphic novel “in sé per sé” è davvero speciale. Il ritmo ansioso e misterioso della scrittura di Lévy, spesso intervallato da humor non sempre light, e commentario sociale più o meno evidente, è perfettamente completato dalle matite chiare, semplici, dirette e profondamente espressive di Peeters, che rende con delicatezza e dramma anche la più cringe delle sequenze. Una graphic novel rilevante sia nel sottotesto che in ogni pagina del racconto, arte importante allo stato puro.

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TitoloCastello di sabbia

Autore: Pierre Oscar Lévy e Frederik Peeters

Traduzione: Emanuelle Caillat

Editore: Coconino Press

Anno: 2021

Pagine: 112

Voto: 4.5/5

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