Corpi celesti

Corpi celesti

Corpi celesti è un romanzo dell’autrice omanita Jokha Alharthi, vincitore del Man Booker International Prize nel 2019, che arriva in Italia grazie alla casa editrice Bompiani.


«Di quanto spazio ha bisogno una casa per contenere tutto il mio amore?»


Corpi celesti – Trama

Corpi celesti è la narrazione di una e più famiglie dell’Oman. Dico una e più perché, come ha scritto The New York Time Book Review, “è un caos finemente calibrato di orbite famigliari”.

La storia è ambientata nella piccola città di ‘Awafi e le tre protagoniste principali sono tre sorelle: Mayya, Asma’ e Khawla. La prima, nonostante sia innamorato di un altro uomo, si sposa con ‘Abdallah, figlio del noto mercante di schiavi Sulayman. Dalla loro unione nasceranno tre figli. La prima, London – di cui tutto il paese critica il nome occidentale e cattolico – diventerà un medico, nonché una donna forte e intelligente. Asma’, invece, si sposa con Khalid, figlio di ‘Issa l’Emigrato (così chiamato per l’esilio in Egitto, dopo lo scontro tra l’imamato e il sultanato). La loro è un’unione che ha più a che fare con la condivisione della passione per l’arte (lui) e per la lettura (lei), e con il grande desiderio di Asma’ di diventare madre, che non con l’amore vero e proprio. Infine Khawla, la più bella delle tre, spreca anni della sua gioventù rifiutando pretendenti, in attesa del ritorno del suo grande amore Nasir dal Canada.

Le vicende delle tre ragazze si intrecciano con le vicende di altri uomini e di altre donne: il matrimonio di Salima e ‘Azzan (genitori delle tre protagoniste) e le loro storie personali; la figura sempre presente di Zarifa (schiava e vecchia amante del mercante Sulayman), unica madre che abbia conosciuto ‘Abdallah; la storia tra Shanna e Sanjar (figlio di Zarifa) e i rapporti con le famiglie d’origine.

Soprattutto, la narrazione si alterna con il fluire costante della voce di ‘Abdallah, il marito di Mayya figlio del mercante di schiavi. È infatti proprio lui che racconta molte delle vicende legate al suo matrimonio con Mayya e alla nascita di London e degli altri due figli. È lui che racconta, come un flusso di pensiero durante un volo verso Francoforte, il suo rapporto tormentato con il padre, la scomparsa della madre – avvolta nel mistero – mentre era ancora in fasce, la protezione materna di Zarifa e le sofferenze che ha vissuto sin da quando era bambino e che non trovano pace neanche ora che è un uomo adulto.

Perché leggerlo

Corpi celesti è una lettura originale per la scelta di narrare la storia come fosse frammentata. Non c’è un fluire degli eventi cronologico o concatenato. Non c’è una logica di base. Ciononostante, a fine lettura, il quadro delle vicende è chiaro, così come è chiara la caratterizzazione dei personaggi.

Tema portante della narrazione è il legame con l’Oman, con le tradizioni, con i matrimoni combinati, con le superstizioni e credenze del posto, con la geografia, con la religione. E la voglia dei più giovani di sovvertire le regole.

Corpi celesti è un viaggio, non solo nel cuore di una o più famiglie, ma è soprattutto un viaggio nel deserto omanita. È stato un tuffo in una cultura affascinate, lontana da quella occidentale, in un punto preciso della geopolitica mondiale. Un’esperienza necessaria soprattutto oggi, perché non solo viviamo tempi in cui viaggiare non ci viene più facile come prima, ma anche perché le guerre ci hanno resi interdetti luoghi storici del mondo il cui fascino, però, non tramonta.


Titolo: Corpi celesti

Autore: Jokha Alharthi

Traduzione: Giacomo Longhi (dall’arabo)

Editore: Bompiani

Anno: 2022 (prima edizione in lingua originale 2010)

Pagine: 264

Voto: 4/5