I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) è l’ultimo capitolo della saga che Diego De Silva ha dedicato al suo Vincenzo Malinconico. Dico ultimo non a caso, perché pare davvero che non avremo più notizie dell’avvocato napoletano più sconclusionato che sia mai esistito.
«Mi chiamo Vincenzo Malinconico. Avvocato. Più che di grido, direi di gemito. Ho cinquant’anni. Due figli. […]. Dopo Nives ho amato tanto un’altra donna, che ho perso, come quasi tutte le donne che ho avuto. Ho un talento, nell’essere stato amato. Ora ho una storia con un’altra, che in una sfuriata di gelosia mi ha buttato fuori dalla macchina, e sono giorni che non mi chiama»
Trama – I valori che contano
Vincenzo Malinconico ha ormai cinquant’anni. Si è lasciato alle spalle il matrimonio con Nives, la complicata storia con Alessandra Persiano e il suo periodo da uomo solo, votato a godersi la propria indipendenza sentimentale. Nella sua vita, infatti, ha fatto breccia un’altra donna.
E chi sarà mai? Vi ricordate dell’affascinante e seducente Veronica Starace Tarallo, moglie (ex moglie, grazie a Malinconico) di un prestigioso avvocato napoletano? Ecco, proprio lei. Chi l’avrebbe mai detto che una donna tanto avvenente come Veronica potesse capitolare tra le braccia di un distratto seduttore come Malinconico? Eh sì, distratto, perché Malinconico ancora non si rende conto di come possano capitare proprio tutte a lui.
Come possa essergli capitata la fortuna di incontrare Veronica, ma anche come sia potuto succedere che dopo anni di modesta carriera, molto modesta, sia riuscito a diventare socio (?) del rinomato studio legale Lacalamita. Ma soprattutto, come abbia fatto a ritrovarsi invischiato in una retata di escort, nel palazzo di casa sua, trovandosi a nascondere nel suo letto la figlia del sindaco, vestita solo con lo slip.
Ma non è tutto, perché come ormai abbiamo imparato, a Malinconico non succede mai una sola cosa per volta. Adesso che la sua vita potrebbe dirsi soddisfacente, Malinconico si trova faccia a faccia con la malattia. E come reagirà? Ignorando la faccenda fin quando gli sarà possibile, perché come lui stesso ammette, ci mette sempre un po’ di tempo prima di capire le sue sfighe.
Vincenzo Malinconico è per l’ennesima volta alle prese con una causa che sembra persa in partenza: difendere la figlia del sindaco (e quindi lo stesso sindaco) dalle accuse di prostituzione, non infondate, tra l’altro. Lavora con un socio che è più sopra le righe di quanto Malinconico riconosca se stesso. È innamorato di una donna che non sa ammettere di ricambiarlo.
Ma la malattia permetterà a Malinconico e alle persone che gli sono accanto di riproporzionare nella giusta maniera i problemi e gli affetti.
Perché leggerlo
Anche in questo libro, sono i pensieri del protagonista a fare da padroni e a restituire la cifra stilistica e la caratura narrativa a cui De Silva ci ha abituati. Già dal titolo capiamo che Malinconico avrebbe fatto volentieri a meno di scavarsi dentro, di andare oltre la superfice delle cose. Non che non apprezzi che alla fine la vita si metta a suo favore, ma proprio il concetto della fortuna dentro la sfortuna non lo sopporta.
Con lui, lo sappiamo bene, certe retoriche non attaccano. Malinconico rivendica il diritto di essere arrabbiato, di dire quello che non pensa davvero, di girare i tacchi e andarsene se una conversazione non gli sta più bene, di seguire i suoi istinti e i suoi ragionamenti, di sbagliare. E soprattutto rivendica il diritto di non chiedere più scusa per tutto questo.
A mio parere, se questo libro è davvero l’ultimo dedicato a Malinconico, mi sento soddisfatta della chiusura del cerchio. Malinconico si è posto domande e si è ossessionato con i suoi stessi pensieri per la maggior parte della narrazione dell’intera saga.
E poi, già dal libro precedente, il penultimo, Divorziare con stile, aveva cominciato a trovare le risposte o, molto più semplicemente, a lasciar stare quelle tormentate domande. Malinconico è cresciuto, ha smesso di scendere a patti con se stesso, si capisce e si approva. E questa è la sua grande vittoria.
Spero di leggere ancora di lui, ma se così non fosse, ringrazio De Silva per aver dato vita a questo personaggio, per avermi dato la speranza che se ce l’ha fatta Malinconico, nella vita, ce la posso fare anche io.
Leggi anche le mie recensioni sui primi quattro volumi della saga: Non avevo capito niente; Mia suocera beve; Sono contrario alle emozioni; Divorziare con stile e la recensione completa La saga di Malinconico.
Titolo: I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)
Autore: Diego De Silva
Editore: Einaudi
Anno: 2020
Pagine: 320
Voto: 4/5