Il mio cuore in prestito

Il mio cuore in prestito

Il mio cuore in prestito è il secondo romanzo dell’autrice australiana Shivaun Plozza, conosciuta al grande pubblico per i suoi libri per bambini e ragazzi. Autrice pluripremiata, con Il mio cuore in prestito, edito in Italia da Fandango Libri, entra di diritto nei titoli più belli del genere Young Adult.


«Non possiamo essere strani di nascosto?»


Il mio cuore in prestito – Trama

Il mio cuore in prestito è la storia di Marlowe Jensen, una ragazza australiana di 17 anni che rientra a scuola dopo un periodo di assenza dovuto al trapianto di cuore che ha subito. La vita di Marlowe è resa sicuramente più bizzarra e più divertente dalla madre, ex avvocato, vegana integralista convinta che la trascina a tutte le manifestazioni possibili; e dal suo fratellino di dieci anni, Pip, fan devoto di David Bowie, che si sveglia tutti i giorni alle 5.00 del mattino per prepararsi a indossare un costume nuovo e calarsi nella parte: alieni mezzi astronauti e mezzi squali; robot glitterati; polpi punk e molto altro.

Marlowe ama la sua famiglia, ne rispetta le regole e le tradizioni – del tutto non convenzionali – ma allo stesso tempo, come ogni adolescente degno di questo nome, odia le loro stranezze perché rendono lei, la ragazza che stava per morire, trasformatasi ora nella ragazza con il trapianto di cuore, ancora più bizzarra di quanto già non sembri agli occhi dei suoi compagni di scuola. Marlowe, infatti, rientra a scuola quando tutti i compagni con cui aveva iniziato il liceo si sono già diplomati, questo la mette ulteriormente a disagio, perché a parte i re e reginette della scuola, non conosce proprio nessuno.

Per fortuna – e soprattutto inspiegabilmente, secondo Marlowe stessa – Zan, la ragazza da zero paranoie e dall’aria del chi se ne frega, le rivolge la parola. Quell’alleanza inaspettata le cambierà la vita. Ma Zan non è l’unica novità della “nuova” vita di Marlowe. Ci saranno anche Leo, il figlio del macellaio, così antipatico ma con un sorrisetto e dei capelli niente male; e Carmen, la ragazza che lavora al fast food. Come mai Marlowe, che non mangia carne, diventa amica proprio di Carmen? La risposta sta nel fatto che Marlowe vuole dare un nome al suo donatore, alla persona che le ha fatto il dono di un cuore nuovo, che le ha permesso di non morire. Finché non saprà chi era, cosa faceva, cosa gli piaceva o cosa odiava, Marlowe sente di non poter riconoscere quel cuore, di non poter rendere grazie a chi gliel’ha donato e soprattutto di non riuscire a trovare un significato al fatto di essersi salvata.

Perché leggerlo

Il mio cuore in prestito è un racconto divertente, fresco e pieno di profondità e di tematiche attuali. La protagonista, Marlowe, è una forza della natura che non sa di esserlo. Sogna di diventare una ragazza coraggiosa, non riuscendo a riconoscere che di coraggio ne ha già da vendere e non sono certo la timidezza o la goffaggine che possono mascherarlo.

Marlowe è sicuramente una protagonista con cui si empatizza da subito, perché ne conosciamo tutti i pensieri, tutte le paure e tutti i desideri. Sogna di essere una persona normale con una famiglia normale, omologata a tutti i suoi compagni di liceo, non riuscendo ancora a capire – tratto tipico dell’adolescenza – quanto la sua diversità e quella della sua famiglia, la loro allegria, i loro colori, la loro luminosità, le loro idee e convinzioni, invece, li rendano speciali e siano quindi la loro forza. Marlowe non vuole piacere agli altri, vuole semplicemente essere invisibile per loro e allora si copre di vestiti dalle tinte sbiadite per non dare nell’occhio.

Ma con una madre e un fratello come i suoi è praticamente impossibile. È l’amicizia con Zan, Leo e Carmen che aiuterà Marlowe ad accettarsi e ad accettare pienamente la sua famiglia. Perché quando gli altri sanno capirci e amarci per quello che siamo, stranamente, riesce più facile farlo anche a noi stessi.

Il mio cuore in prestito è, inoltre, ricco di temi importanti – soprattutto considerando il pubblico principale a cui il romanzo è rivolto – come: il bullismo; le relazioni omosessuali; l’ansia da stress post traumatico; l’attenzione e il rispetto verso la Terra; il lutto e la sua elaborazione; e soprattutto la costruzione della propria identità che, nell’adolescenza, passa per la negazione di tutti i principi genitoriali prima e l’accettazione di quelli che più fanno per noi dopo.

In conclusione, Il mio cuore in prestito è una storia di tolleranza, integrazione e accettazione. Non è buonista o retorica o moralista. Non si arriva alla fine del libro con una conversione di tutti i cuori più cattivi della scuola ad agnellini. Però il lieto fine c’è, ed è molto più realistico di quanto ci si aspetti. La storia di Marlowe è una bella storia; lei è una protagonista forte e simpatica e imbranata e coraggiosa. E a me è piaciuta.


Titolo: Il mio cuore in prestito

Autore: Shivaun Plozza

Traduzione: Chiara Baffa

Editore: Fandango Libri

Anno: 2021(Prima edizione in lingua originale 2018)

Pagine: 336

Voto: 5/5