La pioggia prima che cada è, già dal titolo, un libro evocativo. Evocativo di un’immagine, di una sensazione, di un ricordo. Ed è proprio a questi tre elementi sedimentati nel cuore, nell’anima e nella mente delle persone, che Jonathan Coe fa ricorso per raccontare una delle storie più belle e vere che abbia mai letto.
«Non che la tua esistenza corregga tutti quegli errori, o li annulli, no. Non giustifica niente. Quello che significa ̶ l’ho già detto prima? Penso di sì, forse in altra forma ̶ , o meglio quello che mi fa capire, è questo: che la vita comincia ad avere senso solo quando ti rendi conto che a volte ̶ spesso ̶ continuamente ̶ due idee del tutto contraddittorie possono essere egualmente vere»
Trama – La pioggia prima che cada
Il racconto di tre generazioni di donne, la storia di una famiglia. La morte (premeditata) della zia Rosamond, sarà l’occasione per Gill e per le sue due figlie di scoprire le loro radici. Attraverso i nastri che la zia Rosamond ha registrato prima di morire, prende forma il racconto nostalgico di venti fotografie di un’epoca che è ormai al tramonto; ma i cui frutti sono vivi nel presente.
Gill avrà il compito di ritrovare Imogen, la ragazza cieca a cui sono destinati i nastri, perché apprenda la storia di Rosamond, degli amori e dei fallimenti che hanno dato alla luce la sua stessa esistenza. Di Imogen, ormai, se ne è persa ogni traccia e Rosamond, prima di ricongiungersi con Rebecca, il suo grande amore, desidera fare vedere a Imogen, attraverso i sui occhi, la loro storia. Vuole mostrarle come da tanta sofferenza e disgrazia possa comunque nascere qualcosa di buono, di giusto, come Imogen appunto.
Se Gill riuscirà con l’aiuto delle sue figlie a esaudire l’ultimo desiderio della zia? Questo lascio che siate voi a scoprirlo. Lascio che siate voi a farvi cullare dal ricordo di una vita, di tante vite che si sono intrecciate, a volte per miracolo, altre per disgrazia. Lascio che siate voi stessi a intenerirvi, ad arrabbiarvi e sì, anche a piangere per questo racconto.
Un viaggio nei ricordi, che parte nel lontano 1938, quando zia Rosamond era solo Rosamond e ancora non conosceva tutti i risvolti felici e traumatici che la vita aveva in serbo per lei.
Perché leggerlo
C’è una strana felicità che tutti noi sperimentiamo nel corso delle nostre vite. È la felicità per qualcosa che è “in forse”; quel qualcosa che sei lì lì per afferrare e che forse non afferrerai mai. Una sensazione di vertigine quasi. Come quando hai una parola sulla punta della lingua ma non riesci a pronunciarla. Come quando hai un presentimento ma non riesci a decifrarlo. O come quando hai qualcosa sotto gli occhi ma non riesci a vederlo. Qualcosa che forse non è neanche reale eppure ti stordisce.
È questa la sensazione che dà la pioggia prima che cada. È una pioggia che non è, che concretamente non esiste ancora. Eppure il suo preannunciarsi nelle nuvole cariche, nell’odore dell’erba, nell’aria pungente e nel cielo che cambia colore, è già sintomo della sua stessa esistenza.
Un concetto profondo, sensibile, intimo quasi. Come profondo e sensibile è il romanzo di Jonathan Coe, che consiglio a tutti di leggere.
Titolo: La pioggia prima che cada
Autore: Jonathan Coe
Traduttore: Delfina Vezzoli
Editore: Feltrinelli
Anno: 2007
Pagine: 222
Voto: 5/5