Questa è la stanza è una storia, di ispirazione autobiografica, scritta da Gipi, pubblicata dalla Coconino Press nel lontano 2005. Oggi, la Coconino sceglie di ripubblicarla in una nuova edizione.
«La stanza è un regalo temporaneo di mio padre. La stanza mi appartiene fino a quando non combino qualche guaio. Questa è la regola del regalo temporaneo»
Questa è la stanza – Trama
Questa è la stanza racconta di quattro amici – Giuliano, Stefano, Alex e Alberto – e della loro passione per la musica. Ognuno di loro ha un aspetto fisico e un carattere ben delineato e porta nella storia collettiva del gruppo, quella personale. Giuliano mette a disposizione degli amici un capannone concessogli temporaneamente (a patto, cioè, di non fare cazzate) dal padre. Dando una ripulita a quello spazio, lui e i suoi amici possono finalmente coronare il sogno di avere una band e uno spazio in cui fare le prove. Alex è il batterista della band, vive con sua madre e sua zia e si vanta di essere un fan del nazismo. Alberto non vuole mai lasciare solo il padre: una volta è stato male e da allora il ragazzo ha paura che possa risuccedere. Stefano, infine, è il cantante della band; è il più egocentrico e pazzoide del gruppo. Proprio lui, grazie alle conoscenze del padre, può mettere in contatto la band con una casa discografica. È l’occasione che tutti aspettavano. Il problema sorge quando i quattro amici si rendono conto di non avere la strumentazione necessaria per incidere un cd. Allora, tentano il colpo grosso, ma li aspetteranno non pochi guai.
Perché leggerlo
Questa è la stanza è il racconto dei sogni di una generazione passata, ma anche (come apprendiamo nella nota a chiusura della graphic novel) di Gipi, che ha da sempre avuto un rapporto intimo e importante con la musica. La stanza in questione è il luogo simbolo in cui questi ragazzi possono sentirsi liberi di esprimere le proprie storie, le proprie personalità. È il luogo che gli permette di perseguire i loro sogni. I temi che si rincorrono in questa narrazione sono: l’adolescenza, il rapporto padre-figlio, l’amicizia, la periferia, i sogni che chiedono tutto, l’amore giovane.
Questa è la stanza traccia con delicatezza e realismo i contorni dell’adolescenza e Gipi lo fa regalandoci dei bellissimi acquerelli, delicati e decisi allo stesso tempo. Inoltre, in questa edizione, oltre alla postfazione dell’autore, sono presenti anche disegni inediti.
Insomma, che dire, chi di noi non ha sognato, almeno una volta, durante l’adolescenza di avere la propria band e conquistarsi così il proprio posto nel mondo?
La view fumettistica di Mirko
Con tantissime pagine composte da corpi in energetico movimento, oppure da spogli paesaggi suburbani, Questa è la stanza dovrebbe essere una graphic novel che si lascia leggere rapidamente. Eppure non lo è, e non riuscirò mai a capire se la motivazione dietro questo necessario soffermarsi sulle sofferte e sottili linee di contorno sia attribuibile alla innegabile bellezza di ogni tavolo o alla catarsi provocata nell’animo di chi, a un certo punto, una “stanza” ce l’ha avuta – con lo stesso spirito e con la stessa energia volatile che, come ogni esperienza vitale, resta impressa come uno schizzo in una tela, quella della vita, su cui si dipinge talmente tanto da non rendersi conto di quanto si stia consumando il pennello.
Se c’è un tratto comune a ogni singola generazione esistita negli ultimi sessant’anni, è quello di voler fare musica. Capita a tutti. Inoltre, con l’avvento della tecnologia e dei software di produzione da casa, questa necessità è progressivamente divenuta più semplice da trasformare in output concreto. Forse, aggiungo, dietro questa semplicità (più altre mille dinamiche determinate dal mondo social, ecc.) si nasconde l’inesorabile passaggio dalla “necessità di fare musica” per sfogare le frustrazioni e le emozioni della vita adolescenziale e post-adolescenziale al “vorrei fare musica perché sembrano farlo tutti”. Perdonerete il bias di questa prossima affermazione: non esiste crescendo emotivo più forte dell’arrivare, finalmente, a quel momento in cui le orecchie, il corpo e l’anima sono completamente avvolti dal treno sonico di chitarre distorte, batterie pestate come sacchi da boxe e corde vocali che vorrebbero rompere la barriera del suono, e magari anche quella tra il presente e il futuro. A volte è tutto stonato, e fa anche schifo, ma il sapore è sempre, innegabilmente, quello della libertà. Sfido a trovare un essere umano che, in quegli anni, preferirebbe una carriera sicura piuttosto che il famosamente flebile freedom of being.
Non esiste, invece, al polo diametralmente opposto, dolore più forte del rendersi conto di come quella libertà non attraversi le proprie papille gustative da anni. Com’è che tutto va via sempre così velocemente e inesorabilmente? Non lo saprà mai nessuno, ma il punk, più di tutte le altre cose, è notoriamente rapido. Questa è la stanza inquadra i suoi personaggi in movimento, proprio nel pieno di quegli anni, eppure è raccontata da un Gipi che, invece, sta nettamente assaporando la malinconia, e non la libertà. Questo punto di vista dà vita a un racconto fatto di scene, pensieri, azioni e personalità azzardate e sconsiderate che sono intervallate da momenti segretamente meditativi, puntini lasciati in sospeso (come ogni perfetto spaccato di vita) di proposito, per permettere al lettore di inserire le proprie riflessioni. Alla luce di tutte queste riflessioni, a mio parere, le splendide, magiche, silenziose tavole paesaggistiche che fanno da costante interludio all’impulsività del rumore narrano un racconto nel racconto che spezza in due per delicatezza e profondità, quasi quanto la storia stessa.
Un celebre autore, profeta del decadentismo, che è stato sicuramente punk a tratti, diceva che vivere è la cosa più rara al mondo perché la maggior parte delle persone – semplicemente – esiste. I personaggi di questo fumetto, per poche, splendide pagine di incosciente onestà, vivono e come.
«Where there is young people and vitality, you’re going to find punk rock» – Henry Rollins
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Titolo: Questa è la stanza
Autore: Gipi
Editore: Coconino Press (prima edizione, sempre Coconino Press, 2005)
Anno: 2021
Pagine: 128
Voto: 4/5