La saga della famiglia Aubrey – composta da i libri La famiglia Aubrey, Nel cuore della notte e Rosamund – edita da Fazi Editore tra il 2018 e il 2019, con le traduzioni di Francesca Frigerio, mi ha lasciato alquanto perplessa. Trovo che – e da lettrice mi sento intimamente tradita per questo – le premesse del primo libro non siano state rispettate negli altri due.
Il ritmo del primo romanzo, ricco di spunti di riflessioni, di vicende che animano la vita della famiglia, si spengono lentamente con la fine del libro, rallentandolo fino all’inverosimile nell’ultimo capitolo della saga. Ciò che mi ha colpito spiacevolmente è stata la sensazione che delle tematiche, anche interessanti, fossero messe un po’ lì per caso, prese e poi a un certo punto lasciate.
Ho terminato la lettura con molti punti interrogativi, non tanto sui destini dei personaggi – perché quello ci sta, si sa – quanto sulla motivazione di non sviluppare mai completamente le sotto trame che però si è scelto di aprire. Prima fra tutte, la scelta di parlare del fenomeno del poltergeist.
I miei punti interrogativi – La saga della Famiglia Aubrey
Ne La famiglia Aubrey tra i temi centrali trattati c’è proprio questa familiarità di alcuni personaggi con il soprannaturale. Essendo un libro che sostanzialmente racconta la vita di una famiglia inglese di fine ‘800 un po’ sopra le righe, ma tutto sommato ascrivibile alla quasi totalità delle famiglie, è proprio tale fenomeno, e altri che rientrano nel campo del soprannaturale, a conferire una nota di colore al racconto.
Dico “nota” di proposito, considerando che il filo conduttore di tutti e tre i libri è proprio il talento per la musica, in particolare per il piano, che mostrano le donne della famiglia. Ci si aspetterebbe, dunque, di ritrovare questa predisposizione al soprannaturale dei personaggi anche nei libri a seguire, invece, il tutto scompare come una bolla di sapone.
In linea più generale, ritengo che non tutti i personaggi siano ben delineati nella loro psicologia; molti di loro restano mere figure sullo sfondo, nonostante appaiano in tutti e tre i libri e assumano di volta in volta un’importanza differente. Probabilmente, nelle intenzioni dell’autrice c’era proprio la volontà di lasciare inaccessibile al lettore alcuni misteri sulla natura umana che restano tali per le due protagoniste del libro.
Personalmente, è una scelta che non ha incontrato particolarmente i miei gusti. Ma veniamo alla trama.
Trama – La famiglia Aubrey
Ne La famiglia Aubrey (che secondo il mio parere è il libro migliore dei tre) è presentata la famiglia: la madre Clare, talentuosa pianista; il padre Piers, giornalista; Cordelia, la figlia maggiore, sfortunatamente senza alcun talento per la musica; le gemelle Mary e Rose, eccellenti pianiste; e il figlio più piccolo Richard Quin, di cui ancora non si sa quale sarà il talento musicale. Attorno a loro la zia Constance e la cugina Rosamund; la domestica Kate e più tardi la zia Lily, Nancy, Milly e Len e, infine, il signor Morpurgo.
La vita della famiglia, a eccezione degli eventi soprannaturali, è fatta di cose semplici ma rese magiche, come il Natale o il lavaggio dei capelli, che diviene un vero e proprio rito. Nonostante le scarse finanze – dovute essenzialmente all’irresponsabilità del padre Piers – gli Aubrey non si tirano indietro quando c’è bisogno di aiutare Constance e Rosamund a scappare dalla loro casa e dalla cattiveria del cugino Jock; né quando bisogna accogliere in casa anche zia Lily e la piccola Nancy, la cui madre è accusata dell’omicidio del padre.
Chiunque entri nella casa degli Aubrey si sente invaso da una sensazione di calore e protezione. Clare, nonostante i sacrifici quotidiani a cui deve sottostare, riesce a far sentire in famiglia chiunque ne abbia bisogno.
Trama – Nel cuore della notte
Nel cuore della notte inizia la narrazione un paio d’anni dopo, quando Mary, Rose e Rosamund non sono più delle bambine, ma giovani donne che si avviano a realizzare i propri sogni: le prime due iniziano a studiare pianoforte al di fuori delle mura domestiche e delle lezioni della madre, ottenendo anche le prime esibizione in pubblico; Rosamund, invece, studia per diventare infermiera. Cordelia, abbandonate le velleità artistiche (la musica prima, l’arte dopo) si sposa, accomodandosi nel ruolo di moglie.
Anche Richard Quin è cresciuto, mantenendo i tratti peculiari dell’infanzia: la capacità di suonare una moltitudine di strumenti (senza mai però impegnarsi seriamente nello studio di uno), l’empatia e la facilità di risultare simpatico agli altri; si trasforma quindi in un giovane seducente, sempre più centro focale della famiglia, dove ormai troneggia come unico uomo di casa.
Il padre Piers, infatti, già nel primo libro aveva lasciato, da un giorno all’altro, la sua famiglia. Non per cattiveria, quasi per farle un favore, considerata la sua passione per il gioco d’azzardo. La famiglia, viene salvata dal tracollo finanziario dalla madre Clare, che con l’aiuto del fedele signor Morpurgo, riesce a vendere dei quadri e ad assicurare un futuro ai suoi figli.
È così che scorre la vita degli Aubrey nel secondo libro, tra la frenesia di Londra e la pace del Dog and Duck (da zia Lily, Milly e Len). Ma la pace non è destinata a durare per molto. Richard Quin è chiamato alle armi, la Prima Guerra Mondiale è scoppiata. Clare, già provata dalle difficoltà economiche e dalla perdita del marito, subisce il colpo finale.
Trama – Rosamund
Con Rosamund abbiamo un altro salto temporale che ci porta negli anni ’20 del Novecento, a conflitto terminato. Le due gemelle, ora affermate pianiste e costantemente in giro per il mondo, sono rimaste sole, con la governante Kate, nella casa di famiglia in cui però passano sempre meno tempo.
Al ritorno dai loro concerti è sempre al Dog and Duck che corrono, dove trovano la famiglia che gli è rimasta. L’assenza della madre e di Richard Quin pesa sui loro cuori e su quelli di tutti gli altri personaggi. L’amato fratello, la coraggiosa madre. Senza di loro le gemelle si sentono più sole nel mondo.
La notizia che le sconvolge, però, sarà l’imminente matrimonio della cugina Rosamund con un uomo tanto ricco quanto rozzo. Lei, da sempre disinteressata all’amore – se non per Richard Quin – e dedita ad aiutare gli altri, lascia il suo lavoro di infermiera per sposarsi, mettendo così una distanza non solo chilometrica ma anche emotiva con le cugine, che non capiranno mai la sua scelta.
Per le ragazze Aubrey, infatti, l’universo maschile – già a partire dal primo libro – resta qualcosa di misterioso e inesplorato, per cui non nutrono alcun interesse. La musica, e lei sola, è l’amore di Mary e Rose. Ma nel libro conclusivo della saga qualcosa cambia e anche Rose si innamora per la prima volta.