Benvenuti a Lagos

Benvenuti a Lagos

Benvenuti a Lagos è il secondo romanzo della scrittrice nigeriana Chibundu Onuzo. Il suo primo libro, La figlia del Re Ragno, arrivato in Italia grazie alla Fandango Libri – che pubblica anche il suo secondo romanzo – ha riscosso un enorme successo in Inghilterra, dove la scrittrice risiede, vincendo diversi premi.


«Come diventare qualcuno, a Lagos? Soldi»


Benvenuti a Lagos – Trama

Benvenuti a Lagos è un racconto utopico perché mette insieme una serie di personaggi, che a causa di disavventure personali, finiscono sulla sessa strada per Lagos – e che altrimenti non si sarebbero mai incontrate – e mossi da una speranza interiore, provano a trasformare la città di Lagos nell’utopica Città del sole di Tommaso Campanella.

Protagonisti del racconto sono: Chike Ameobi (a mio avviso, il personaggio più interessante di tutta la storia), un militare che viaggia con il suo sottoposto Yemi, dopo aver disertato l’esercito; Fineboy, un militante con la passione per la radio e il sogno di diventare dj in America; Isoken, una ragazza di sedici anni scampata a uno stupro, ma rimasta sola al mondo; e infine Oma, una donna molto bella in fuga da un marito violento. A loro cinque si andranno ad aggiungere Ahmed Bakare, giornalista e Capo Sandayo, ministro (corrotto) dell’istruzione.

I primi personaggi che incontriamo sono proprio Chike e Yemi che nella loro fuga verso Lagos incontrano, via via, Fineboy, Isoken e per ultima Oma. Sappiamo poco del loro passato, lo apprendiamo nel corso della storia, quando i personaggi provano a confidarsi gli uni con gli altri. Infatti, quando li conosciamo sono tutti degli estranei che, durante il viaggio in pullman per Lagos, decidono in silenzio di seguire Chike, il quale si trasforma automaticamente nel capo di quella che diventerà una bizzarra famiglia.

I cinque, infatti, provano a sopravvivere nel tumulto di una città grande e piena di gente come Lagos, vivendo sotto un ponte, finché Fineboy non trova una casa abbandonata in cui possono accamparsi. È così che avviene l’incontro con Capo Sandayo: fuggito con dieci milioni di dollari e ricercato in tutta la Nigeria, va a nascondersi in quella che era stata la sua prima casa durante i lontani anni di matrimonio. Capo Sandayo viene, in un certo senso, fatto prigioniero dai cinque, i quali, però, decidono di usufruire dei soldi del ministro per fare quello che sarebbe dovuto essere il suo dovere: aiutare le scuole della città.

Perché leggerlo

Benvenuti a Lagos mette in scena una serie di capovolgimenti di ruoli e figure che ha a che fare, non tanto con un plot twist, quanto con i cambiamenti di possibilità, di redenzione, di potere e di salvezza che man mano il racconto evidenzia. L’autrice è stata sicuramente capace di mettere in luce i conflitti interni o, semplicemente, le strategie di persone che da niente, si ritrovano ad avere molto; che da carnefici diventano vittime e viceversa.

Tuttavia il libro manca di qualcosa. I cinque personaggi principali, da protagonisti diventano sfondo per lo sviluppo dei personaggi di Capo Sandayo e Ahmed Bakare. Le dinamiche del gruppo di estranei che diventa famiglia vengono, a un certo punto, abbandonate. Mentre trovo, personalmente, che la potenzialità del racconto stesse proprio in quello spaccato di vita. Il libro è un misto di romanzo utopico, giornalistico e di denuncia, finendo per essere nessuno dei tre. Il ritmo della storia è altalenante, mancano suspense e avventura che, invece, in una storia del genere sarebbero stati perfetti.

In conclusione, il mio giudizio è un nì, perché da una parte mi sarei aspettata qualcosa di più dalla trama, ma dall’altra non posso neanche dire che la storia sia brutta; semplicemente l’ho trovata che mancasse un poco di alcuni elementi che avrebbero coinvolto di più la mia lettura.


Titolo: Benvenuti a Lagos

Autore: Chibundu Onuzo

Traduzione: (dall’inglese) Chiara Brovelli

Editore: Fandango Libri

Anno: 2021(Prima edizione in lingua originale 2017)

Pagine: 325

Voto: 3/5