Basta un caffè per essere felici

Basta un caffè per essere felici

Basta un caffè per essere felici è il secondo romanzo di Toshikazu Kawaguchi, dopo il successo di Finché il caffè è ancora caldo. In questo secondo libro, sempre edito da Garzanti, l’autore riprende le vicende dei proprietari della caffetteria più particolare di tutto il Giappone e racconta le storie dei personaggi che si trovano a entrarvi.


«Quando Miki faceva un capriccio così, anziché intestardirsi, riusciva a cambiare umore in fretta. Osservando la sua trasformazione repentina, Nagare pensò con un sorriso malinconico: “Sei proprio come tua madre”»


Trama – Basta un caffè per essere felici

Basta un caffè per essere felici si colloca, cronologicamente, circa sei anni dopo la fine di Finché il caffè è caldo. Ad accoglierci nella caffetteria troviamo sempre l’omone dietro il bancone Nagare, la speciale cameriera Kazu e la piccola Miki, figlia di Nagare e Kei. Non manca neanche la donna vestita di bianco che legge tutto il giorno un romanzo, seduta a un tavolo del caffè – o meglio, al tavolo del caffè – che si dice in giro sia un fantasma. Da quando si è sparsa la voce che la leggenda metropolitana dei viaggi nel tempo non sia solo una leggenda, ma una realtà possibile nella caffetteria di Nagare Tokita, gli avventori che vogliono provare ad andare nel passato o nel futuro sono sempre di più. È così che conosciamo la storia di Gōtaro e di sua figlia; del vasaio Kyoko e di sua madre Kinuyo; di Katsuki Kurata e della ragazza che ama, Fumiko; e infine del vecchio detective Kiyoshi e di sua moglie. A sorpresa, però, scopriamo anche la storia della discreta Kazu, l’unica donna della famiglia Tokita attualmente investita della responsabilità di versare il caffè che fa viaggiare nel tempo. Le regole per farlo sono sempre le stesse: la persona che si vuole incontrare deve essere stata nel caffè; non bisogna mai lasciare il posto dove si è seduti, altrimenti si torna immediatamente nel presente; bisogna bere il caffè prima che si raffreddi o si rischia di trasformarsi in un fantasma; e soprattutto tornare indietro nel tempo (o andare nel futuro) non cambia il presente. E allora perché viaggiare nel tempo? Forse per provare a essere felici, nonostante tutto. Forse perché a volte dire addio è meglio che non dire niente. Forse perché la vita è sempre un dono e viverla è un gesto d’amore anche verso chi non c’è più.

Perché leggerlo

Basta un caffè per essere felici ci fa tornare nell’atmosfera fuori dal tempo (o dentro il tempo?) che abbiamo amato nel primo libro, dove gli orologi da parete segnano ore sbagliate, dove c’è un ventilatore a pale sul soffitto che gira incessantemente, dove c’è il campanello che fa din don per ogni nuovo cliente che entra. Ma soprattutto ci fa tornare alla discrezione, alla sensibilità e all’empatia di Nagare e Kazu; ci fa conoscere la piccola e allegra Miki, nuovo membro della famiglia. Leggendo il libro, mi è sembrato di tornare a casa. Tutte le storie raccontate sono toccanti e commoventi e hanno un messaggio unico e romantico, che ci invita a non piangere per ciò che si è perso, ma a continuare a vivere felicemente per onorarne la memoria.

Basta un caffè per essere felici è un libro delicato e buono. Vuole davvero aiutarci a guardare il lato bello e positivo della vita, anche quando subiamo perdite e sconfitte. Toshikazu Kawaguchi racconta storie d’amore dalle tinte pastello: dolci, romantiche, universali, profonde.

Se ti piacciono le storie ambientate in Giappone, leggi anche le mie recensioni di Norwegian Wood; Ogni giorno è un buon giorno e Un’estate con la strega dell’Ovest e la mia recensione di Finché il caffè è caldo dello stesso autore.


TitoloBasta un caffè per essere felici

Autore: Toshikazu Kawaguchi

Traduttore: (dall’inglese) Claudia Marseguerra

Editore: Garzanti

Anno: 2021 (prima edizione giapponese 2017)

Pagine: 176

Voto: 5/5

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