Il diavolo e l’acqua scura

Il diavolo e l’acqua scura

Il diavolo e l’acqua scura è il nuovo libro dello scrittore inglese Stuart Turton, che lo pubblica dopo il grande successo di Le sette morti di Evelyn Hardcastle, confermando una bravura indiscussa nella realizzazione di trame fitte, complesse e a mo’ di rompicapo. Come per il precedente, il libro arriva in Italia grazie a Neri Pozza.


«“Sai di cosa sono capaci gli uomini, quando non c’è nessuno a ordinare loro di essere migliori. Non serve che il Vecchio Tom sussurri loro suggerimenti all’orecchio. Il male non viene da qui”. Si batté il petto. “È innato in noi: quello che siamo quando ci togli le uniformi, i ranghi e l’ordine”»


Il diavolo e l’acqua scura – Trama

Il diavolo e l’acqua scura è ambientato nel lontano 1634, quando la Compagnia olandese della Indie orientali era l’impresa commerciale più florida al mondo. La Compagnia possedeva avamposti in tutta l’Asia e tra i più prosperi c’era sicuramente quello di Batavia (che corrisponde all’odierna Giacarta), che spediva le proprie spezie ad Amsterdam, grazie alla flotta di galeoni Indiaman. Gli oceani, per lo più inesplorati, e gli strumenti di navigazione ancora rudimentali, trasformavano il viaggio in una vera e propria avventura per la sopravvivenza. Le navi, infatti, nonostante seguissero la rotta commerciale certa, erano soggette ad attacchi di pirati, tempeste e malattie. Il viaggio durava circa 8 mesi e almeno una persona su tre di quelle che si imbarcavano, non tornava a casa. È su questo background storico che Stuart Turton crea la trama accattivante del suo nuovo libro.

Ne Il diavolo e l’acqua scura, la storia si svolge interamente a bordo della Saardam, la nave principale dell’intera flotta Indiaman. Conosciamo i personaggi più importanti nel momento che precede l’imbarco: Samuel Pipps (Sammy) un detective al momento prigioniero del Governatore generale di Batavia, Jan Haan; Arent Hayes, tenente al servizio di Sammy; Sara Wessel, moglie del Governatore generale e loro figlia Lia e, infine, Creesjie Jens. I cinque protagonisti sono strettamente legati e collegati l’uno con l’altro. A questi personaggi, nel momento in cui si imbarcano sulla Saardam, se ne aggiungono tanti altri, riconducibili essenzialmente a due filoni: l’equipaggio della nave e i moschettieri del Governatore.

Il viaggio, che tutte le persone presenti a bordo del galeone si apprestano ad affrontare, inizia sotto un’oscura minaccia, che ben presto si trasforma in una vera e propria maledizione: un lebbroso vestito di stracci, in piedi su una pila di casse, prende fuoco, annunciando che “il signore dell’oscurità” manderà in rovina ogni passeggero della nave, impedendo alla Saardam tutta di arrivare a destinazione. Poco dopo, sulla vela del galeone compare un simbolo diabolico: un occhio con una coda.

Tra gli increduli e i creduloni; tra i sospettosi e i sospettati; tra gli spaventati e gli sbruffoni; tra chi vuole saperne di più e chi vuole dimenticare, tutti quelli a bordo della Saardam hanno qualcosa da nascondere, qualcosa da cui scappare, qualcosa verso cui scappare. Tra tesori nascosti, alleanze improbabili, conflitti interni, gerarchie ufficiali e ufficiose, dal momento in cui la nave lascia Batavia, il mistero prende vita.

Perché leggerlo

Il diavolo e l’acqua scura è un mistery con omicidio, disseminato di indizi, intrighi e sottotrame complesse. I passeggeri si trovano a fare i conti con il proprio passato e solo alcuni di loro anche con il futuro. Come per Le sette morti di Evelyn Hardcastle, Stuart Turton sceglie di ambientare lo sviluppo del mistero – e la sua risoluzione – in un unico luogo. In questo caso, la nave, con le sue regole, le sue gerarchie, i suoi giochi di poteri interni; a cui si vanno a sommare le regole, le ambizioni, i poteri dei moschettieri e quelli della famiglia dignitaria. La nave, qui, assume i contorni della casa infestata dai fantasmi, perché governata da un’oscura presenza che rischia di farla “esplodere”. Il mare aperto, poi, inesplorato e sconosciuto, con le sue tempeste e le sue minacce, conferisce quell’ulteriore alone di mistero e tensione. Altro elemento fondamentale per costruire il pathos narrativo è quello della malvagità umana e disumana, che su una flotta come quella dell’Indiaman – composta da delinquenti e reitti – e governata da arrivisti, pronti ad arricchirsi a qualunque costo, trova ampio spazio di esistenza; arrivando a dominare le dinamiche del gioco.

La risoluzione del mistero, come per Le sette morti di Evelyn Hardcastle, non è per nulla facile o scontato e sicuramente lascia senza parole. Trovo che Turton confermi il suo genio creativo.

Il diavolo e l’acqua scura, come lo stesso autore racconta in un’intervista, è composto al 70% da realtà e per il restante da finzione. Infatti, l’autore aveva in mente la storia già da quando aveva 23 anni. L’ispirazione arrivò durante un viaggio in Australia quando, zaino in spalla, si imbatté in un museo di storia navale. Proprio lì, scoprì la storia dell’epico naufragio della nave Batavia, la quale affondò durante il suo viaggio inaugurale e divenne famosa a seguito dell’ammutinamento e del massacro che avvenne tra i sopravvissuti. Quella scintilla non ha mai abbandonato l’autore,  che successivamente ha iniziato le sue ricerche sulla Compagnia olandese delle Indie orientali e su quel famoso naufragio. È per questo che l’ambientazione, il periodo storico e le dinamiche presenti tra l’equipaggio della flotta sono ben descritte e autentiche. L’unico punto in cui l’autore sente di non esser stato fedele al periodo storico è nel raccontare il ruolo delle donne. Sara, Lia e Creesjie sono donne indipendenti e intraprendenti, dotate di intelletti fini e prodigiosi, che vivono alla ricerca dell’emancipazione dagli uomini (in particolare da Jan Haan) e che riescono a girare per la nave a loro piacimento, quasi indisturbate. Libertà chiaramente impossibili nel 1600.

Per concludere voglio dire che avevo già apprezzato e ammirato le doti narrative e l’originalità delle storie di Stuart Turton con Le sette morti di Evelyn Hardcastle. Con Il diavolo e l’acqua scura, l’autore conquista un posto nel mio cuore. Se con il primo libro ho fatto un po’ di fatica per le prime pagine a capire cosa stesse succedendo (a causa del loop temporale e dei continui cambi di identità del protagonista), con il secondo, dove la storia – seppur intricata e complessa – segue un arco narrativo lineare e cronologico, sono entrata da subito in connessione con i personaggi e con il racconto. Tutti i passeggeri più importanti, a bordo della Saardam, sono raccontati nelle loro caratteristiche peculiari, permettendo al lettore di memorizzarli facilmente e non confonderli. Sento di aver viaggiato con tutti loro, a bordo di un galeone stregato, vivendo una delle avventure più belle e pericolose che sicuramente mi capiterà di vivere in tutta la mia vita.

Leggi anche la mia recensione di Le sette morti di Evelyn Hardcastle dello stesso autore.


TitoloIl diavolo e l’acqua scura

Autore: Stuart Turton

Traduzione: Alessandra Maestrini e Anna Ricci

Editore: Neri Pozza Editore

Anno: 2020

Pagine: 528

Voto: 5/5

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