La ragazza del Bauhaus

La ragazza del Bauhaus

La ragazza del Bauhaus è il libro d’esordio della giornalista Theresia Enzensberger, pubblicato in Italia nel 2019 da Guanda Editore. 


«Weimar mi appare piccola e leziosa come la scorsa estate, quando mi sono ritrovata davanti alla porta della signora Werner per la prima volta. Non mi sono ancora abituata al contrasto tra le casette con giardino che sembrano finte e i grandi edifici e i viali ampi di Berlino»


La ragazza del Bauhaus – Trama

La ragazza del Bauhaus racconta la storia di Luise, una giovane ragazza che nel 1921 lascia Berlino per trasferirsi a Weimar e frequentare il Bauhaus, scuola di arte e design fondata due anni prima dall’architetto Walter Gropius, che ne fu direttore dal 1919 al 1927. Il Bauhaus nel 1925 si spostò a Dessau, perché perse i fondi statali di Weimar e successivamente la direzione passò a un altro architetto, Hannes Meyer. Nel 1930 fu la volta di Mies van der Rohe, che diresse il Bauhaus fino al 1933 (anche dopo il suo trasferimento a Berlino), quando la scuola dovette chiudere definitivamente a causa del governo nazionalsocialista. Il progresso tecnologico, l’avvicendarsi dei direttori e degli insegnanti, così come i risvolti politi e sociali del primo dopoguerra, caratterizzarono l’orientamento della scuola, che inizialmente si incentrò su un’impronta quasi esclusivamente artistica (a scapito della tecnica) dovuta soprattutto alla presenza tra gli insegnanti, del pittore svizzero Johannes Itten. Dopo il trasferimento a Dessau, aprì finalmente la sezione di architettura tanto voluta da Gropius, avviando la scuola verso una progressiva maggiore attenzione nei riguardi della tecnica.

Tutto ciò viene raccontato dalla voce narrante di Luise Schilling, protagonista del romanzo, che si divide in due grandi periodi, il 1921 a Weimar e il 1926 a Dessau. Ciò che scopriamo attraverso il suo racconto è soprattutto come vivevano gli studenti del Bauhaus, in che rapporti erano con i loro professori (Klee, Kandinsky, van Doesburg, Bayer, solo per citarne alcuni), quali erano le loro convinzioni in termini di creatività, tecnica, politica e stile di vita. Conosciamo soprattutto le contraddizioni di quel mondo di artisti che diede vita alla concezione moderna del design.

Luise deve farsi strada in un mondo che è ancora maschilista, nonostante le apparenze, con professori che la spingono ad abbandonare il suo sogno di diventare architetto, invitandola a dedicarsi a cose più femminili, come il laboratorio di tessitura. Luise cerca di emanciparsi tanto al Bauhaus quanto nella sua famiglia, che per un periodo le impedisce di frequentare i corsi a Weimar, imponendole di tornare a Berlino per dedicarsi a una scuola di economia domestica. Ma Luise non demorde e nonostante i genitori vorrebbero vederla sposa di qualcuno, riesce a essere nuovamente ammessa al Bauhaus diversi anni dopo, quando riapre a Dessau. Nel frattempo Luise si innamora, prima di Jakob e poi di Hermann; conosce nuovi amici e apre sempre più la sua mente, mettendo in discussione i suoi ideali, i suoi valori e la sua idea di architettura, raggiungendo una maturazione tanto professionale quanto personale.

Perché leggerlo

Con La ragazza del Bauhaus, Theresia Enzensberger ci restituisce l’immagine di una ragazza che con ogni probabilità è una di noi. Luise è nostra amica. Come se nulla fosse cambiato in un secolo di storia, anche noi ci battiamo per il nostro posto nel mondo, ci scontriamo con ideali che non ci appartengono, con pregiudizi che scompaiono solo in superficie, distraendoci per l’amore di qualcuno, ma non dimenticando mai chi siamo e chi vogliamo diventare.

Personalmente, amo i romanzi in cui Storia e finzione si incontrano e si uniscono, mischiando fatti e persone realmente esistiti con personaggi inventati ma totalmente immersi nel contesto e nella narrazione. E questo è ciò che succede ne La ragazza del Bauhaus. Mi colpisce lo studio che c’è dietro un racconto così ben contestualizzato. Ma se da una parte trovo similitudini tra le difficoltà incontrate dalla protagonista e quelle che incontrerebbe oggi una moderna Luise, il suo personaggio mi ha comunque lasciato a volte interdetta per la passività che l’ha caratterizzata, per tutte le volte che è rimasta zitta invece di parlare. Nel complesso lo definisco un libro che si lascia leggere sia per la storia che racconta, sia per la leggerezza dello stile, che non entra mai in tecnicismi poco accessibili ai profani dell’architettura.


TitoloLa ragazza del Bauhaus

Autore: Theresia Enzensberger

Traduttore: Irene Abigail Piccinini

Editore: Guanda Editore

Anno: 2019 (prima edizione tedesca 2017)

Pagine: 240

Voto: 3/5

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