La sostanza instabile

La sostanza instabile

La sostanza instabile è l’opera prima di Giulia Lombezzi, già autrice di racconti e testi teatrali di cui ha curato anche la regia. Con La sostanza instabile, edito da Giulio Perrone Editore, è stata finalista al Premio Calvino 2020.


«Qualche volta mi metto sul balcone e guardo fuori e mi sento tipo un solletico ai piedi […], e quel solletico è l’idea che ancora non devo pietrificarmi in nessuna scelta. Ecco, quel solletico mi sembra la cosa più preziosa che ho»


La sostanza instabile – Trama

La sostanza instabile racconta di una notte da tifosi in piazza Sempione, a Milano, in una caldissima sera di luglio, in cui centinaia di persone si sono riunite per guardare l’Italia contro la Francia, negli Europei di calcio. Quella sera d’estate è la promessa di un meritato divertimento prima dell’ultimo anno di liceo per Matilde e Serena, migliori amiche, adolescenti, una reginetta della scuola, l’altra l’amica sfigata e brutta. È una serata con la famiglia al completo per Marco, dodici anni, che vive in periferia e arriva a Milano per guardare la partita al maxi schermo con mamma, papà e i fratelli più piccoli. È il modo di Caterina, piccolina, magrolina, in bilico su tacchi sbagliatissimi, per accontentare suo marito. È anche il modo di Flavio per trascorrere del tempo con il padre, rimasto solo dopo la morte della moglie, e che lo spinge a prendere un treno da Bologna per non perdersi l’evento.

Quella sera però, diventerà storica e immanente nella memoria dei presenti per un motivo lontano dalla fede calcistica: poco dopo le 22.30 c’è un boato, qualcosa scoppia o qualcuno spara dal centro della piazza. La paura dilaga in una secondo e dura un secondo di troppo. Tutti iniziano a correre verso le transenne che delimitano la piazza per lasciarsela alle spalle. Nella fuga concitata, caotica, disordinata, disperata c’è chi cade, chi corre, chi morde, chi aiuta e chi volta le spalle, chi tiene strette le mani dei propri cari e chi le lascia andare. La paura è quella di un attacco terroristico. Chi è casa si chiude dietro le tende, come se la paura fosse un’arma letale o una malattia contagiosa e lascia di sotto tifosi disperati e urlanti in cerca di aiuto. Le linee telefoniche sono tutte occupate. Raggiungere amici e parenti è impossibile.

Il problema di quella notte è che per tutti i personaggi principali e i loro partner e i loro famigliari, la vita non sarà più la stessa. Ci sarà un prima e un dopo. E come fare a vivere nel dopo se tutto ciò che c’era nel prima non esiste più, non ti appartiene più? Nel momento in cui i protagonisti sono più vulnerabili e cercano di prendersi il tempo per guarire, tentando comunque di andare avanti, vengono i nodi al pettine. Tutto ciò che prima era tollerabile, ora non lo è più. Tutto ciò che prima era una certezza, adesso non esiste più. Il trauma, lo stress, gli incubi, gli attacchi di panico, le fobie… tutto ricorda che il mondo non è più lo stesso. Tutto ha un sapore amaro per chi si è salvato. Perché tutti quelli che si sono salvati l’hanno fatto a scapito di qualcun altro.

Perché leggerlo

La sostanza instabile pone un interrogativo da cui è difficile scappare per tutto il corso della narrazione: cosa saresti disposto a fare, chi saresti disposto a calpestare, chi saresti disposto a sacrificare pur di salvarti la vita? Sembra una domanda brutale e probabilmente lo è, e rispondere non è facile per nessuno. Non dobbiamo neanche farlo per forza. Ma ce lo chiediamo leggendo questo libro. È impossibile girare la faccia, non immedesimarsi nei protagonisti, non domandarsi se al posto loro avremmo fatto lo stesso; se saremmo stati più umani o più egoisti.

Il racconto alterna le storie di tutti i protagonisti, gli stati d’animo al momento della partita e tutto ciò che succede nelle loro vite dopo. Nel dopo, abbiamo flashback della vita prima di quella sera di luglio. Il dopo ha il sapore dello strappo, del niente tornerà come era qualche settimana fa, del non si può più fingere di non vedere cosa non andava. Il dopo è crescita. E per quanto doloroso, il dopo è anche possibilità di cambiamento, di miglioramento, di redenzione. Il dopo obbliga i protagonisti a guardarsi dentro.

La sostanza instabile ha una prosa fresca e schietta. L’ho divorato in due giorni perché volevo sapere, perché mi ha tenuta incollata alle pagine con una narrazione genuina e limpida. Ma vi avviso, la domanda del cosa avrei fatto io al posto dei protagonisti, non vi lascerà più.


Titolo: La sostanza instabile

Autore: Giulia Lombezzi

Editore: Giulio Perrone Editore

Anno: 2021

Pagine: 240

Voto: 5/5

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