L’inferno nelle bottiglie

L'inferno nelle bottiglie

L’inferno nelle bottiglie è il titolo che raccoglie quattro racconti riadattati dal mangaka, maestro del genere erotico-grottesco, Maruo Suehiro e pubblicato in Italia da Coconino Press.


«Ah… a questa isola sperduta nel mare finalmente è arrivata la nave della salvezza»


L’inferno nelle bottiglie – Trama

L’inferno nelle bottiglie è il primo racconto che incontriamo in questo volume ed è un riadattamento, sotto forma di manga, dell’omonimo racconto breve di Yumeno Kyūsaku, pubblicato per la prima volta nel 1928 sulla rivista Ryōki, e considerato uno dei suoi migliori racconti. È la storia di due fratelli, un ragazzino e una bambina, che a seguito di un naufragio finiscono su un’isola deserta. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, i due riescono a farne un’oasi felice e a vivere in armonia tra di loro e con la natura. Finché non iniziano a crescere e il “diavolo”, il peccato inizia a insinuarsi tra di loro, segnando il loro destino inesorabilmente.

Le tentazioni di Sant’Antonio è il secondo racconto che incontriamo in questo manga, ispirato a La vita di Sant’Antonio, opera scritta dal vescovo Atanasio di Alessandria nel IV secolo. In questa versione di Maruo Suehiro, è un monaco a essere messo a dura prova dalle tentazioni della vita carnale e terrena. È un racconto breve che mostra la forza d’animo che un monaco deve dimostrare per vincere le tentazioni del suo sesso.

Koganemoci è il terzo racconto del libro ed è il titolo di una famosa opera di raguko, genere teatrale giapponese, in cui un attore declama un monologo comico, appartenente al genere più vasto delle storie sentimentali. La storia originale è stata scritta da San’yūtei Enchō e racconta di un uomo ossessionato dai soldi. Maruo Suehiro riesce, con i suoi disegni e il suo adattamento, a ricreare il black humor presente già nella storia originale. L’ossessione per il dio denaro spingerà il protagonista e gli altri personaggi presenti nella storia a compiere gesti davvero spietati.

Infine, Povera sorella è l’ultima storia che troviamo nel manga e racconta del sacrificio di una sorella maggiore che prostituendosi cerca di mantenere libero il fratello più piccolo, affetto da una sindrome particolare, e di salvarlo da un padre che vuole venderlo al freakshow.

Perché leggerlo

L’inferno nelle bottiglie arriva in Italia con l’intento di festeggiare i 40 anni di carriera del mangaka Maruo Suehiro, pubblicando questi quattro racconti che nel nostro Paese erano finora inediti; mentre in Giappone erano stati pubblicati tra il 2010 e il 2012 sulla rivista Gekkan Comic Beam. Questi racconti sono considerati la vetta artistica del maestro del genere erotico-grottesco, che rende un personale tributo alla letteratura e al teatro classico giapponese. I temi rappresentati sono quelli più cari al mangaka: peccato e redenzione; malvagità e innocenza; inferno e paradiso. Tutti i racconti si giocano sui grandi topic del sesso e del denaro, con disegni espliciti e violenti.

L’inferno nelle bottiglie è un viaggio di sola andata verso l’inferno. Durante la lettura ho sentito un’ansia crescente prendermi. La scelta dell’ordine di lettura è un climax che ti prende pagina dopo pagina. La scena finale è un pugno nello stomaco.

La view fumettistica di Mirko

Credo che, nel confrontarsi con un’opera come L’inferno nelle bottiglie di Maruo Suehiro, sia necessario fare immediatamente luce sul fatto che si tratta di un lavoro completamente ascrivibile al celebre genere giapponese dell’ero-guro, un fenomeno sociale, letterario e artistico nato negli anni ’30 del Novecento, ma ancora oggi diffuso nel mercato della nazione, soprattutto sotto forma di manga. Le opere ascrivibili a questo genere combinano l’erotismo con elementi grotteschi, macabri e deviati, alludendo al fatto che molte persone, segretamente, possano coltivare pensieri tremendamente perversi.

Il movimento è fortemente provocatorio, perché esiste una larga fetta di società giapponese fatta di sessualità frustrata e repressa, prevalentemente maschile; qui chiamata in causa a sfogare il proprio immaginario nel modo più tremendo possibile. Non è un caso che la prospettiva di queste storie vada spesso a sessualizzare la donna, infatti. E aggiungerei: purtroppo, perché trovo che molti degli elementi di critica sociale e culturale (nascosti nei sottotesti del genere) vengano spesso abbattuti dalla rappresentazione disturbante delle storie e dal focus sullo shock, piuttosto che sulla narrativa.

La tradizione artistica giapponese ha spesso viaggiato su due binari completamente opposti: uno di eleganza quasi artefatta e uno di violenza assurda e senza limiti. L’ero-guro viaggia sul secondo binario menzionato, e L’inferno nelle bottiglie è spesso malvagio, disturbante, violento e sicuramente non per tutti, ponendosi come un perfetto rappresentante del genere. Ecco, all’interno di questo pianeta di arte di tutti i gusti, per tutti i gusti, l’ero-guro è sicuramente molto distante da ciò che può rientrare nella sfera delle mie preferenze. Ciò ha reso la mia lettura oltremodo complicata, perché tutto sembrava farmi male. Sono abbastanza sicuro che Maruo Suehiro vorrebbe proprio questo…

Sotto il punto di vista tecnico, ogni singolo disegno salta agli occhi perché composto da dettagli agghiaccianti ed espressioni/caratteristiche fisiche esagerate, inquietanti e bizzarre, come se ogni tavola fosse un piccolo dipinto di genere in bianco e nero. L’influenza dell’antica arte giapponese è evidente, eppure, a volte, le tavole risultano ripetitive. È anche necessario sottolineare che le storie si svolgono quasi sempre negli stessi ambienti/spazi ristretti. A mio avviso, la pacata staticità dell’arte rimuove un coefficiente di movimento dai racconti, già tendenzialmente predisposti a perdere la coesione narrativa, sia perché lo sviluppo dei personaggi e la profondità non sono delle priorità dell’autore, sia perché le varie storie si collocano quasi come delle piccole favole che attendono l’ultima pagina (e oltre) per rivelare una cattivissima “morale”.

Insomma, non posso definirmi un fan del genere, e questa lettura non è stata piacevole, ma riesco benissimo a immaginare come possa essere un pezzo immancabile nella collezione degli appassionati dell’estremo, del macabro e del perverso, soprattutto quelli capaci (non io) di trovare dell’umorismo all’interno di queste bizzarre storie!

Auteur//Magazine//Indie Brand of: Novels, Movies, Visual Art, Pop Culture Opinions, Fashion, Stories, Creative Directions, Poems + More. Scopri chi è Mirko G. Rauso sul suo blog NormalGenius_


TitoloL’inferno nelle bottiglie

Autore: Maruo Suehiro

Traduzione: Paolo La Marca

Editore: Coconino Press

Anno: 2021 (prima pubblicazione in Giappone 2012)

Pagine: 208

Voto: 2/5