Terapia di gruppo – La stella danzante

Terapia di gruppo – La stella danzante

Terapia di gruppo è il nuovo lavoro del famoso fumettista francese Manu Larcenet, pubblicato in Italia da Coconino Press. La stella danzante è il titolo del primo volume della serie.


«La stella danzante! È sempre stata qui, rintanata per bene in fondo al mio caos»


Terapia di gruppo – La stella danzante – Trama

Terapia di gruppo racconta in chiave ironica ma reale, l’ossessione del protagonista nella ricerca di una nuova, vincente, idea creativa. Il protagonista è proprio l’autore e disegnatore del fumetto, ossia Jean-Eudes De Cageot-Goujon, in arte Manu Larcenet. Da ex fumettista di successo, l’autore si ritrova preda di una crisi di creatività. Il ricorso all’alcol e ai farmici non farà altro che far sprofondare l’autore ancora più nel baratro.

Le vignette raccontano con umorismo la quotidianità di Jean-Eudes nel tentativo disperato di scrivere la storia del momento. Chiederà aiuto nella sua impresa alle Muse, a Raffaello e Leonardo Da Vinci, a Nietzsche, a Cézanne, alla moglie, ai figli e al suo macellaio. L’artista attraversa momenti di ispirazione ed esaltazione pura che, puntualmente, naufragano in sconforto acuto e assoluto, depressione e infine dipendenza dai medicinali. Jean-Eudes è un uomo che si fa amare e odiare allo stesso tempo: completamente disinteressato alle dinamiche famigliari e a tutti gli aspetti della sua vita che non riguardino la creazione, è l’incarnazione del genio perduto; impossibile non empatizzare con lui, nonostante – almeno personalmente – il suo atteggiamento ossessivo disturba non poco.

Perché leggerlo

Terapia di gruppo è un racconto nel racconto. Il suo merito è quello di mettere in luce la difficoltà del processo creativo, quando si smette di essere baciati dalla propria sorte fortunata, e si entra in rotta di collisione con la propria creatività. Il tono umoristico è accentuato dalla creazione di mini storie che fanno da intermezzo al filo conduttore della ricerca ossessiva di un’idea vincente. Le mini storie raccontate non sono altro che il tentativo del fumettista di dare vita all’idea. È come leggere, quindi, più storie in una

Essendo il primo volume di una serie non è un racconto autoconclusivo e sono sicuramente curiosa di sapere se alla fine l’ex fumettista di successo ritroverà il proprio genio e di conseguenza la sua fama. Inevitabilmente, il fumetto mi ha posto in una condizione interrogativa circa le ombre del successo, il rapporto conflittuale che si può avere con la propria creatività quando messa al servizio del giudizio altrui.

Insomma, una storia che mi ha portato a pormi domande, che mi ha fatto ridere per certi versi e che per altri mi ha fatto arrabbiare.

La view fumettistica di Mirko

Manu Larcenet, come tanti fumettisti contemporanei, si è fatto spazio nel mondo raccontando storie che elevano esperienze vissute e le trasformano in opere d’arte. È un modo di creare che costringe l’artista a esaminare la propria vita, alla ricerca di quella singola osservazione che può fare da miccia a un racconto. E se, improvvisamente, l’artista dovesse rendersi conto di aver compiuto cinquanta anni, di aver analizzato tutti gli aspetti “da raccontare” della sua vita e di aver terminato il tempo a propria disposizione per le avventure fuori dal comune?

La risposta che Terapia di gruppo fornisce a questa domanda è: scrivere e disegnare un fumetto sul non riuscire a scrivere e disegnare un fumetto.

Interessanti riflessioni sul processo creativo e su come l’artista vede se stesso nel mondo vengono continuamente interrotte e intervallate da strisce, gag (in particolare, un omaggio ai Peanuts è assolutamente brillante) e mini-fumetti nel fumetto. Paradossalmente, tutte le bizzarre idee che Larcenet non reputa all’altezza della sua fama (e che, quindi, sceglie di non realizzare), prendono vita tra le pagine di questo racconto. Forse, per il mio gusto personale, anche troppo; sollevare la tendina e sbirciare attraverso il delirio creativo di un autore è senza dubbio affascinante, ma la componente narrativa vuole la sua parte.

A volte sembra di leggere una raccolta di bozze, piuttosto che una storia completa; ciò farà sicuramente la gioia dei fan più avidi, ma potrebbe essere un ostacolo per chi è di passaggio. Nel realizzare queste meta-vignette, l’autore disegna in mille modi diversi, mentre mantiene una caratteristica di “lunga striscia” per il resto del racconto: pagine fatte da una ventina di vignette, con gli stessi personaggi, a sfondo neutro, sviluppando gli eventi prevalentemente attraverso piccoli cambiamenti e dialoghi/didascalie.

Da autore posso affermare che Terapia di gruppo è quanto di più relatable ci sia; fa preoccupare ogni mente creativa e la posiziona in attesa di una seconda parte. Anche le nostre speranze dipendono dal destino di Manu.

Se ti piacciono le graphic novel, leggi anche la mia recensione di Swan e Seconds.


TitoloTerapia di Gruppo (La stella danzante)

Autore: Manu Larcenet

Traduzione: Emanuelle Caillat

Editore: Coconino Press – Fandango

Anno: 2021

Pagine: 56

Voto: 3/5

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