Ogni giorno è un buon giorno – Morishita Noriko

Ogni giorno è un buon giorno – Morishita Noriko

Ogni giorno è un buon giorno è un romanzo scritto da Morishita Noriko, pubblicato in Giappone nel 2002 e arrivato in Italia nel 2020 grazie a Einaudi. In Giappone, il libro è un long seller (ossia un libro che continua a vendere, restando in cima alle classifiche, un po’ come i classici senza tempo), tanto che l’autrice ha pensato di scriverne il continuo.


«Quando vivi un periodo difficile, nei momenti bui, in cui perdi la fiducia in te stesso, il tè ti dà un insegnamento: “Vivi l’oggi in prospettiva”»


Trama – Ogni giorno è un buon giorno

Il libro è autobiografico: Morishita Noriko ripercorre i suoi 25 anni di vita in cui ha imparato la cerimonia del tè. Il libro è raccontato al presente, conosciamo l’autrice che ha appena vent’anni e la lasciamo che ne ha circa cinquanta; in questo modo viviamo con lei il suo percorso di crescita e maturazione, raccontato attraverso i suoi progressi nell’arte del tè.

L’autrice si reca dalla maestra Takeda, insieme a sua cugina, quando ancora studentessa, comincia a nutrire i primi dubbi circa il suo percorso di vita. Le lezioni della maestra diventano anche un po’ la scusa per avere un appuntamento settimanale con la cugina, con cui condivide il tragitto fino a casa.

Dalla quarta di copertina leggiamo che la cerimonia del tè accompagnerà Morishita Noriko per tutta la vita, aiutandola a superare momenti difficili legati alla carriera e a un mancato matrimonio. In realtà, leggendo il libro ci si accorge che non c’è una trama narrativa legata alla vita dell’autrice. Tutto si svolge nella stanza della maestra Takeda, tutto il resto è un contorno, semplici fatti quotidiani di vita che succedono a Morishita Noriko.

Con questo non voglio assolutamente penalizzare la diegesi del racconto, voglio solo sottolineare la capacità dell’autrice di raccontare una storia con un inizio, uno svolgimento e una fine, pur restando quasi sempre nella stessa stanza e raccontando esclusivamente della cerimonia del tè.

Perché leggerlo

Il libro è ricco di termini tecnici giapponesi, legati soprattutto agli utensili dedicati alla cerimonia e agli oggetti presenti nella stanza a essa dedicata. Naturalmente, l’edizione italiana contiene un glossario esplicativo. Personalmente, non sono andata molto spesso a controllare il glossario perché la continua ricerca del significato delle parole giapponesi spezzava il ritmo della storia.

Ma questo non mi ha penalizzato nella lettura, e qui credo che stia la bravura dell’autrice: le lezioni sulla cerimonia del tè sono così ben descritte, sia negli oggetti, che nei gesti, ma soprattutto negli stati d’animo, che pur non conoscendo nulla di un mondo e di una tradizione così lontana dalla nostra, ci si riesce a immergere e a immaginare totalmente quello che sta avvenendo nel libro.

Il sottotitolo del libro Quindici gioie che il tè mi ha insegnato fa riferimento all’effettivo percorso che troviamo nella lettura, attraverso la suddivisione in altrettanti capitoli a cui è affidato il compito di riprodurre, per il lettore, il percorso di maturazione dell’autrice.

Mi soffermo così tanto a spiegare la struttura del libro perché sono rimasta molto entusiasta nel leggere un libro quasi privo di “storia”, dedicato a una pratica così inusuale nell’Occidente, e a trovarlo ugualmente bellissimo e coinvolgente. Non faccio fatica a capire perché in Giappone sia proprio un long seller.

Probabilmente, se qualcuno mi avesse detto che era semplicemente un libro sulla cerimonia del tè, non l’avrei comprato. Invece, quando ho letto titolo e sottotitolo (e diciamolo, anche la bella copertina ha avuto la sua parte) ho sentito un richiamo. E quindi, ci tengo a spiegare perché non sia solo un libro sul tè.

È molto di più: è un libro sulla scoperta di se stessi, su quanto la nostra anima sia connessa o meno con la natura, con il mondo circostante e con il mondo che c’è dentro di noi. È un libro che tiene nel presente, insegnando che a volte è più importante viaggiare leggeri e lasciarsi alle spalle ciò che si è già imparato, per imparare altro ancora, finché non sia necessario cambiare di nuovo.

È un libro che accoglie e perdona tutti, che accetta gli inverni per vedere arrivare le estati, cogliendo il buono di ogni stagione dell’animo e della vita. È un libro che non ha fretta e che è lì per dirti che l’importante è essere qui, ora e che ogni giorno è un buon giorno.

Se ti piacciono le storie ambientate in Giappone, leggi anche le mie recensioni di Norwegian Wood; Finché il caffè è caldo e Un’estate con la strega dell’Ovest.


TitoloOgni giorno è un buon giorno

Autore: Morishita Noriko

Traduttore: Laura Testaverde

Editore: Giulio Einaudi Editore

Anno: 2020 (prima edizione giapponese 2002)

Pagine: 236

Voto: 5/5

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