Glenn Ganges in: Il fiume di notte è la nuova graphic novel di Kevin Huizenga, uno dei fumettisti americani più conosciuti e apprezzati nel mondo, vincitore di cinque premi Ignatz e nominato diverse volte ai premi Harvey e Eisner. In Italia è la Coconino Press che lo pubblica.
«Ma quando le cose scorrono e tu sei concentrato, ci sono solo azioni e reazioni, è tutto facile e non ti accorgi neanche del passaggio del tempo… ci sei immerso dentro… finché non fai un passo indietro e hai consapevolezza di te stesso e pensi: e ora che faccio?»
Glenn Ganges in: Il fiume di notte – Trama
Glenn Ganges in: Il fiume di notte è una graphic novel incentrata sulle speculazioni e i pensieri filosofeggianti del protagonista. Glenn Ganges è un uomo normale a cui succedono cose normali, come andare in biblioteca, lavorare, perdere un parente, perdere il posto di lavoro, convivere con la moglie, incontrare uno sconosciuto che getta una carta a terra… eppure, nella semplicità – se vogliamo – delle sue giornate, Glenn si perde immancabilmente in ragionamenti astratti che lo portano a “viaggiare” nel tempo e nello spazio. Soprattutto Glenn beve troppo caffè e, inevitabilmente, la notte – una lunga, lunghissima notte – non riesce a prendere sonno. È lì che si mostra nel suo lato migliore – o peggiore, a seconda dei punti di vista – il ragionamento filosofeggiante del protagonista. Osserva sua moglie riposare tranquilla di fianco a lui e si domanda cosa sogni; specula sulla relatività del tempo, di come una vita intera possa passare in un secondo e di come certe notti, invece, non terminino mai; si chiede perché non riesca a dormire e nel tentativo di rilassarsi, immagina mondi paralleli, rammenta le parole del libro che stava leggendo prima di coricarsi; ricorda di un libro letto in gioventù e immagina di alzarsi e andare in giro per casa a cercarlo… e in un certo senso lo fa, una parte di lui si alza, gira per casa, esce nel bosco, si scontra con la polizia, torna in biblioteca…
Perché leggerlo
Glenn Ganges in: Il fiume di notte è un flusso di coscienza che unisce alle parole, il disegno di tutto ciò che Glenn vive nella sua testa, immagina e sogna. Il racconto, in realtà, è mille racconti: dai diversi livelli e avventure di un videogioco, alle pagine di un libro di storia, alle conversazioni quotidiane con la moglie. I pensieri di Glenn si accavallano ai pochi reali o immaginari dialoghi e soprattutto alle didascalie di contorno. È difficile distaccare la realtà dall’immaginazione e persino dal fumetto che tanto tempo prima stava disegnando la moglie di Glenn. Le pagine scorrono, i vortici temporali si susseguono e i colori diventano più chiari o più scuri, a seconda che sia la notte, il giorno o la fantasia di Glenn.
In conclusione, Glenn Ganges in: Il fiume di notte è stato per me quasi una sfida. Ho una maturata difficoltà nel leggere flussi di coscienza o speculazioni ideologiche. Raramente riesco ad affezionarmi a personaggi così. Riesco, sicuramente, a riconoscere l’arguzia e la genialità di questo tipo di narrazione, che comunque mi resta abbastanza ostica. Ciò detto, riconosco senza dubbio la capacità dell’autore di mettere in scena le sensazioni e i pensieri che affollano la mente quando proprio non si riesce a prendere sonno. Ed esattamente come succede a me quando mi giro e rigiro nel letto, leggendo la graphic novel, ho provato un filino di ansia. Avrei proprio voluto che Glenn prendesse sonno, per il bene di tutti.
La view fumettistica di Mirko
Leggo quasi sempre prima di andare a dormire. Mi si chiudono gli occhi mentre un libro o un fumetto sfugge dalle mie mani e si appoggia su di me. Poi apro gli occhi e mi rendo conto che devo andare a dormire dormire. Non c’è nessun problema: ero già crollato, mi addormenterò di nuovo in un secondo. Trovo la posizione giusta, chiudo gli occhi; il cervello non si spegne, vaga nei meandri dell’infinito – senza motivo e spiegazione – prima di lasciarmi finalmente riposare. A volte per due minuti, a volte per ore. Nel caso di Glenn Ganges, l’omonimo protagonista di ogni capitolo di Glenn Ganges in: Il fiume di notte, quella sensazione dura tutta la notte; notti, mesi, forse cento milioni di anni, perché la vita non è solo la vita, ma è anche tutto l’insieme delle ipotesi multiversali e speculative verso le vite già vissute e mai vissute. Interpretare il sonno come riposo è quanto di più comune e necessario per la salute mentale, ma per qualcuno il sonno è una vera e propria sfida.
La cultura popolare ha portato gli individui a credere che il tempo si dilati durante il sonno (più specificatamente durante i sogni). Gli scienziati del sonno, invece, hanno spiegato che il tempo scorre in modo esattamente uguale. Mi proclamo scienziato del sonno, dato che viviamo nel mondo di Glenn Ganges, e teorizzo che la vera dilatazione temporale non avviene nei sogni, ma nel non-sonno. Quei momenti in cui non riusciamo a dormire durano davvero tutto il tempo del mondo. Ecco, questa graphic novel non è nient’altro che una catapulta all’interno di quella dilatazione di non-sonno, una irresistibile guida lungo le meraviglie cerebrali di una mente comune alla deriva nel fiume della straordinaria coscienza umana. I grandi capitoli del fumetto, e le piccole storie all’interno delle ancora più minuscole storie, trascinano il lettore lungo uno dei più grandi “viaggi da fermo” mai realizzati, spezzando e spingendo i limiti della narrazione e della composizione fumettistica verso direzioni sempre sorprendenti e inimmaginabili.
La mente di notte è un campo minato, e Kevin Huizenga la affronta con uno stile scanzonato e indie, non solo spezzando totalmente il racconto sotto il punto di vista narrativo (un device utile a restituire il feeling caotico, casuale e vagabondo dei pensieri), ma potenziando quella rottura attraverso continue follie artistiche: breakdown quasi matematici/statistici; moltiplicazioni continue e surrealiste del protagonista, che spesso supera le vignette e “entra” all’interno delle “dimensioni” da lui stesso create; balloons che inondano le pagine quasi come se fossero personaggi; riferimenti visivi ai medium più disparati; pagine costantemente scomposte, che a volte lasciano proseguire il racconto oltre la pagina stessa, tagliando delle vignette improvvisamente. Questo stile presenta una maturità e una complessità talmente rara da farmi credere che l’autore abbia avuto la possibilità di essere uno spettatore di una proiezione in live action dei suoi stessi deliri notturni.
Il modo in cui ogni situazione è presentata, e in cui i pensieri vengono sviscerati, è spesso geniale. Mi sono sentito in ansia durante diversi passaggi, perché basta aver dormito male una notte per aver paura di non dormire mai più, ma quell’ansia è stata quasi sempre stata sconfitta da una grassa risata o da una riflessione sincera e simpaticamente schietta; perché è sempre in quella direzione che la bussola è puntata: una storia visivamente e narrativamente complessa/artefatta per raccontare con bontà d’animo la “normale anormalità” di una vita semplice e genuina. La lunghezza della graphic novel e la verbosità di alcuni passaggi può sicuramente essere un forte ostacolo, per questo consiglio una lettura in pillole, piuttosto che tutta d’un fiato, sicuramente non da tutti. La dolcezza nell’intento di cercare un grande significato nel grande nulla di tutti i giorni, invece, è per tutti.
Titolo: Glenn Glanges in: Il fiume di notte
Autore: Kevin Huizenga
Traduzione: Leonardo Rizzi
Editore: Coconino Press
Anno: 2021
Pagine: 211
Voto: 3.5/5