La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire è la prima e unica raccolta di quasi tutti gli scritti della scrittrice americana Fran Lebowitz. Il libro è curato e tradotto da Giulio D’Antona, con una prefazione di Simonetta Sciandivasci e pubblicato da Bompiani. A corredare il tutto, due interviste in chiusura alla scrittrice: la prima risalente al 1993, a cura di James Linville e George Plimpton; e la seconda, telefonica e inedita, a gennaio del 2021, proprio di Giulio D’Antona.
«Sfortunatamente, i metodi a mia disposizione contemplano di rado un’attenta valutazione e una preparazione scrupolosa. Tendono piuttosto, a essere sinceri, verso i piani insensati e le teorie squinternate»
La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire – Trama
La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire è la raccolta degli esilaranti scritti di Fran Lebowitz, definita la più grande scrittrice non scrivente d’America. Eh sì, perché Fran Lebowitz vive un blocco dello scrittore che dura ormai da quarant’anni. Da quando ha smesso di scrivere, la sua voce è richiestissima per interviste e commenti su ciò che accade nel mondo; tanto che Martin Scorsese le ha dedicato il documentario Public Speaking e la docuserie su Netflix Una vita a New York.
La vita lavorativa di Fran Lebowitz inizia nei primi anni ’70 del Novecento, quando con pochissimi soldi e senza aver terminato la scuola, si trasferisce a New York e inizia a lavorare per Andy Warhol, sulla sua rivista Interview. Successivamente scrive per Mademoiselle, una rivista femminile di moda. Dall’insieme dei suoi pezzi, scritti per queste riviste, ha tratto i suoi due unici libri: Metropolitan Life (1978) e Social Studies (1981, anno in cui è iniziato l’ormai famoso blocco dello scrittore). Di cosa parlano quindi i suoi scritti? Di tutto. Fran Lebowitz ha un’opinione su qualunque cosa succeda nella sua New York: dalla moda al design; dalla mondanità alla cultura; dalla politica alla famiglia; dal cinema alla letteratura alla musica… la sua cultura spazia in ogni campo. E questa raccolta dei suoi scritti ci restituisce proprio l’ampiezza del suo panorama di riferimento. I suoi testi sono impregnati di umorismo, sarcasmo, cinismo, esperienza. Il suo stile è diretto, fresco, metaforico, faceto e arguto.
Naturalmente, avendo smesso di scrivere negli anni ’80, il mondo culturale e sociale a cui Fran Lebowitz si riferisce nei suoi testi è molto diverso da quello odierno. Per cui, se non si è troppo pratici della vita a New York di quegli anni, si rischia di non capire appieno il sarcasmo dell’autrice. Ma nel complesso, le sue opinioni sul mondo, sulla vita e soprattutto sulla scrittura arrivano forti e chiare. Proprio per la completa immersione dei suoi testi nel contesto in cui sono stati scritti, ho apprezzato particolarmente le interviste che chiudono il libro, perché danno un’idea anche di chi sia Fran e di cosa pensi Fran oggi. La prima, nel 1993, avviene all’indomani del suo blocco dello scrittore, quando il suo terzo libro (che non vedrà mai la luce) è in fase gestazionale. La seconda, a gennaio del 2021, è un’intervista inedita che ci restituisce il punto di vista di Fran Lebowitz sull’attualità e sui tempi duri che stiamo vivendo: la pandemia, l’elezione di Biden, la fine della politica di destra di Trump, il movimento Black Lives Matter e del suo essere diventata un’icona di moda e di stile suo malgrado.
Perché leggerlo
La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire è un libro molto interessante da leggere. In alcuni tratti mi sono ritrovata a ridere da sola. La sagacia dell’autrice è davvero ammirevole. Mentre leggiamo le sue opinioni praticamente su tutto, scopriamo anche la sua vita e la sua fatica ad adattarsi alle convenzioni sociali: le sveglie al mattino tardi; i pomeriggi trascorsi nella sicurezza della sua casa; le serate mondane con gli amici e le nottate passate a cercare l’ispirazione che non arriva per scrivere un pezzo. L’uso smodato di sigarette; la sua passione più per la lettura che per la scrittura; l’incapacità di cucinarsi anche il piatto più semplice; la sua predilezione per il dormire piuttosto che per il vivere; la sua negligenza e lotta alle tecnologie (non ha un cellulare e nemmeno un pc). Come dicevo prima, alcuni scritti possono risultare più difficili da comprendere, non nella sintassi, quanto nel significato più profondo e nell’ironia che caratterizza ogni pezzo scritto da Fran Lebowitz, per una mancata comprensione del contesto newyorkese di riferimento.
Ma, sicuramente, La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire è un gioiellino prezioso per tutti gli estimatori della scrittrice e anche per chi le si approccia per la prima volta, mosso da una curiosità, senza dubbio, ben riposta.
Titolo: La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire
Autore: Fran Lebowitz
Traduzione: (e cura di) Giulio D’Antona
Editore: Bompiani
Anno: 2021
Pagine: 304
Voto: 3.5/5